sabato 30 dicembre 2017

Apple: obsolescenza programmabile


Il 2017 verrà ricordato come il leggendario anno in cui si finalmente scoprì come mai ad ogni rilascio di nuovi iGadgets venivano rallentati tutti i modelli precedenti in circolazione da meno di 12 mesi.

Spiegazione ufficiale, tecnicamente ineccepibile:
  • la batteria, già durante il suo periodo di garanzia, ad un certo punto non ce la fa a sopportare i carichi di lavoro intensi come quando era nuova (con risultato di spegnimenti improvvisi);
  • perciò iOS avvia segretamente il "throttling" del processore per ridurgli la velocità e relativi picchi di consumo.
Spiegazione vera che i fanboi e la Apple stessa non vogliono darvi:

  • c'è un problema software: iOS spreca troppe risorse perché è una grande ciofeca (ed anche perché vi spia)
  • c'è un problema hardware: la batteria montata di serie invecchia troppo rapidamente (toh, chi l'avrebbe mai detto? designed in California, ma assembled in China...)
Risultato pratico per cui la Apple si merita una gigantesca class action:
  • il "throttling" risolve il problema degli improvvisi spegnimenti ma costituisce un caso di obsolescenza programmabile (la Apple in qualsiasi momento ti può castrare il tuo iGadget da remoto, senza il tuo consenso, e senza nemmeno avvisarti, e lo sta facendo da anni e anni, come se fosse la vera proprietaria degli iGadget che tu hai comprato e profumatamente pagato).
Foto sopra: esempio di design imbecille di Apple. Si tratta di un Apple Store di Chicago, dove il tetto in pendenza lascia cadere ghiaccio e neve sui passanti perché quel cretino del designer non aveva previsto grondaie e scoli. Per la serie: "non importa che funzioni, basta che sembri brilluccicante e abbia un prezzo da far paura". Venghino siori fanbois, venghino!

sabato 2 dicembre 2017

Apple managers: «checcevò? eccheccevò?»

Apple EPIC FAIL (ci risiamo!):

la patch per correggere la mostruosa vulnerabilità Apple "root senza password" viene annullata dal normale aggiornamento di sistema Apple. (Articolo su Wired)

In gergo informatico si chiama "regression": cioè un errore software che era stato corretto... regredisce di nuovo allo stato sbagliato, per cui occorrerà (rapidamente, velocemente, tempestivamente) un nuovo aggiornamento dell'aggiornamento.

Per la serie: "presto, presto! a che punto siamo? veloci, qua bisogna rilasciare, mandare in esercizio! presto, presto, presto! dopotutto, checcevò?"

Immagino che il povero consulente esterno ventenne, l'ultima ruota del carro a cui tutta la gerarchia nobiliare di manager ed engineers Apple ha scaricato il problema, e responsabile della svista, sia stato già licenziato dopo la solita escalation di scaricabarile aziendali.
Infatti, quando c'è un problema da risolvere, ogni livello gerarchico aziendale lo scarica sul livello inferiore e un minuto dopo comincia a martellare ossessivamente: "allora, è pronto? a che punto siamo? quando lo rilasciate in esercizio? è una cosa facile e ancora non l'avete completata? checcevò? presto, presto! muovetevi! entro domattina alle nove voglio vedere tutto a posto!"...
...finché, scendendo di livello in livello, si arriva all'ultima ruota del carro Apple, lo sbarbatello giovanottino stagista con qualche vaga e confusa conoscenza di Python e Java, autorizzato e obbligato in fretta e furia a mettere le mani su codice delicatissimo e squinternatissimo (spaghetti-like programming), tanto è una modifica veloce (checcevò? eccheccevò?), poco importa che "impatterà" sulla sicurezza di centinaia di milioni di clienti nel mondo.