In un articolo originariamente apparso su CNN Money e in poche ore fatto sparire e sostituito da uno più ammorbidito, l'autore censurato aveva osato scrivere:
Miguel Helft la descriveva come "gentile ma raramente utile".Perfino J. Gruber, lo sfegatatissimo Apple fanboi citato nel secondo articolo, aveva osato accennare a tale "madre adottiva di Apple" ricordando un superbamente allucinante momento avvenuto in una delle cerimonie religiose Apple (il Keynote in cui vengono invitati solo selezionatissimi giornalisti):
"Era sempre fredda e distante. E si lamentava coi miei capi editori che io non sembravo amare i prodotti Apple almeno quanto lei sperava che io li amassi. Tentammo di spiegarle che amare i prodotti Apple non faceva parte della descrizione del mio lavoro, ma lei non lo capì mai".
Il fatto che la Cotone sia sopravvissuta tanto a l ungo lavorando per un cliente difficile come Steve Jobs è praticamente un miracolo. La spiegazione ufficiale è che lei sta lasciando [il suo lavoro di PR in Apple] per dedicarsi di più alla famiglia. E nel suo caso - madre di due gemelli - potrebbe esserci del vero. Ma è anche vero che la descrizione del suo lavoro cambiò appena morì Steva Jobs.
Mi ero appena seduto e Caterina Cotone, nella seconda fila, mi sorrise e mi salutò: "Ciao, John, sono contenta che ci sei. Come va col raffreddore?"Il resto dell'articolo è su ValleyWag.
Mi sentivo bene, il raffreddore era poco più che un ricordo a quel punto, e così le dissi. Ma mi ritrovai a chiederle, ridendo: "Come diavolo sapevi che avevo il raffreddore?"
Prima che potessi rispondere, G. Joswiak, seduto direttamente davanti a me, si gira e mi dice: "John, Caterina sa tutto".
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