Ecco un esempio:
martedì 28 aprile 2015
venerdì 24 aprile 2015
Basta l'esistenza di una rete wifi per mandare in tilt i prodotti Apple
Apple ciofeca!immaginate un wifi ostile installato nei pressi di MOSCONE SUL CACCONE !! |
La trappola consiste in un certificato SSL alterato, inviato via Wi-Fi ai dispositivi iOS, che induce le app e iOS stesso ad andare in crisi. La difesa, a prima vista, sembra ovvia: basta non collegarsi ai Wi-Fi sconosciuti. Ma c'è un problema: i dispositivi iOS sono programmati in modo da connettersi automaticamente alle reti Wi-Fi che hanno certi nomi (per esempio attwifi per chi compra un abbonamento della società telefonica statunitense ATT).
Basta usare uno di questi nomi per la rete Wi-Fi ostile e i dispositivi vi si connetteranno automaticamente, andando in crash e riavviandosi talmente in fretta che non ci sarà modo di accedervi e spegnere il Wi-Fi. Immaginate cosa potrebbe fare un attacco del genere per esempio a Wall Street o in un centro commerciale o un ristorante: zittirebbe tutti gli iPhone, ma probabilmente farebbe imprecare rumorosamente i loro proprietari.
L'attacco è selettivo per i dispositivi iOS; gli Android e Windows Phone ne sono immuni. Skycure sta già collaborando con Apple per risolvere il difetto, ma nel frattempo è prudente tenere spento il Wi-Fi del proprio telefonino quando non si è vicini alla propria rete Wi-Fi fidata.
(fonte: attivissimo)
martedì 21 aprile 2015
Il #ComingOut di Tim Cook !!!
- Ho sempre protetto la mia vita privata, sentivo che c'erano cose che non si potevano dire.
- Ma se questa mia confessione può aiutare altri, sono contento di dire al mondo ciò che provo.
- Oggi dunque posso stare davanti a voi con orgoglio e dirvi che...
- Ma se questa mia confessione può aiutare altri, sono contento di dire al mondo ciò che provo.
- Oggi dunque posso stare davanti a voi con orgoglio e dirvi che...
Fonte: CommitStrip
domenica 19 aprile 2015
Shitphone
Ero un maniaco dell'iPhone, come te. Ma poi è cambiato tutto
Lo scorso mese il mio quarto iPhone in sei anni, in termini medici, stava crepando. Lo schermo, che si era staccato dalla sua colla, si comportava in modo strano. Il connettore per ricaricarlo, non importa quanto lo pulissi, riusciva a prendere corrente solo occasionalmente. Le riparazioni sarebbero state costose, specialmente per il fatto che il mio contratto sarebbe scaduto dopo sei mesi.
Comprare un nuovo iPhone significava spendere 650 pesos, o almeno 450 con un nuovo contratto biennale, oppure ammortizzare il prezzo con un piano di upgrade del mio gestore. Mi sono sentito intrappolato, così come capita ogni tanto a qualsiasi possessore di smartphone, tra due entità molto più potenti di me: un sistema per costringermi a comprare un iPhone dopo l'altro, ve lo assicuro.
Ho cominciato dunque a prendermela per la dimestichezza con cui l'iPhone si guasta. La mia relazione con l'iPhone si è incrinata e diventava meno razionale. Ero fuoricasa da qualche settimana, fuori dal mio ambiente, un po' a disagio e alquanto impaziente.
E così la stessa testardaggine con cui a suo tempo avevo evitato istintivamente di pagare per l'estensione di garanzia AppleCare, si è attivata di nuovo e stavolta ho ordinato uno smartphone a cui pensavo da mesi: One BLU Advanced 4.0 unlocked Dual Sim bianco...
Il primo giorno è stato un gran sospiro di sollievo. Funzionava tutto. Non c'era apps che io non potessi scaricare. Chattavo su GroupMe, andavo su Instagram, scattavo foto, mandavo messaggi, telefonavo, facevo jogging mentre ascoltavo musica in streaming dall'internet. Ho dettato indicazioni a Google Maps e mi ha portato lì dove volevo andare. Scrivere non era velocissimo: Gmail ogni tanto rallentava, ma per un telefonino del genere la performance era migliore di quel che ci si poteva aspettare. Per un decimo del costo dell'iPhone cominciavo a convincermi di averne avuto praticamente tutte le funzionalità. E dopo una giornata intensa avevo ancora un po' di batteria carica. Ottimo, ottimo, ottimo. Ho messo la sveglia, e al mattino ha funzionato...
(da: medium.com)
Lo scorso mese il mio quarto iPhone in sei anni, in termini medici, stava crepando. Lo schermo, che si era staccato dalla sua colla, si comportava in modo strano. Il connettore per ricaricarlo, non importa quanto lo pulissi, riusciva a prendere corrente solo occasionalmente. Le riparazioni sarebbero state costose, specialmente per il fatto che il mio contratto sarebbe scaduto dopo sei mesi.
Comprare un nuovo iPhone significava spendere 650 pesos, o almeno 450 con un nuovo contratto biennale, oppure ammortizzare il prezzo con un piano di upgrade del mio gestore. Mi sono sentito intrappolato, così come capita ogni tanto a qualsiasi possessore di smartphone, tra due entità molto più potenti di me: un sistema per costringermi a comprare un iPhone dopo l'altro, ve lo assicuro.
Ho cominciato dunque a prendermela per la dimestichezza con cui l'iPhone si guasta. La mia relazione con l'iPhone si è incrinata e diventava meno razionale. Ero fuoricasa da qualche settimana, fuori dal mio ambiente, un po' a disagio e alquanto impaziente.
E così la stessa testardaggine con cui a suo tempo avevo evitato istintivamente di pagare per l'estensione di garanzia AppleCare, si è attivata di nuovo e stavolta ho ordinato uno smartphone a cui pensavo da mesi: One BLU Advanced 4.0 unlocked Dual Sim bianco...
Il primo giorno è stato un gran sospiro di sollievo. Funzionava tutto. Non c'era apps che io non potessi scaricare. Chattavo su GroupMe, andavo su Instagram, scattavo foto, mandavo messaggi, telefonavo, facevo jogging mentre ascoltavo musica in streaming dall'internet. Ho dettato indicazioni a Google Maps e mi ha portato lì dove volevo andare. Scrivere non era velocissimo: Gmail ogni tanto rallentava, ma per un telefonino del genere la performance era migliore di quel che ci si poteva aspettare. Per un decimo del costo dell'iPhone cominciavo a convincermi di averne avuto praticamente tutte le funzionalità. E dopo una giornata intensa avevo ancora un po' di batteria carica. Ottimo, ottimo, ottimo. Ho messo la sveglia, e al mattino ha funzionato...
(da: medium.com)
venerdì 10 aprile 2015
Apple colabrodo! un'altra BACKDOOR pluriennale!
Da parecchi anni - almeno fin dal 2011 - il framework Admin di OSX contiene una backdoor nascosta per ottenere privilegi "root" (quelli che permettono di fare qualsiasi cosa sul sistema, qualsiasi cosa!).
La backdoor, scoperta da un ricercatore a ottobre 2014 e subito segnalata ad Apple, in appena SEI MESI è stata corretta in OSX 10.10.3 - ma non ci sarà la correzione in OSX 10.9 perché la Apple non intende rilasciare patch.
Vergogna, Apple CIOFECA! Vergogna!
La backdoor, scoperta da un ricercatore a ottobre 2014 e subito segnalata ad Apple, in appena SEI MESI è stata corretta in OSX 10.10.3 - ma non ci sarà la correzione in OSX 10.9 perché la Apple non intende rilasciare patch.
Vergogna, Apple CIOFECA! Vergogna!
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